di Giulietto Chiesa - 21 marzo 2011 - VIDEO ALL'INTERNO!
Ha dichiarato la guerra, il piccolo capo francese. Voleva entrare
nella storia, come ha lasciato capire, e ha deciso di farlo mettendosi
l'elmetto.
Misso dominico di una "comunità internazionale" in stato di
palese confusione, perché non s'era ancora vista...
...una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dà mandato al primo che passa di cancellare uno Stato sovrano. Noi sappiamo bene chi sono, in questo caso, i "primi che passano". E infatti i bravi soldatini dell'Impero calante si sono messi in fila (Italia compresa, seppur di malavoglia) per infliggere le loro bastonate al reprobo. Lui, il piccolo capo francese, ha parlato per tutti quelli che ci stanno.
Ma aveva la "lingua di legno", se così possiamo tradurre, alla lettera, l'espressione francese "langue de bois".
S'è visto, nella penosa apparizione televisiva, che la lingua gli pesava. Non perché Sarkozy non sappia dire le bugie, ma perché le ha ripetute troppe volte. Anzi sempre la stessa.
Un perfetto discorso in stile sovietico, come
quello che i dirigenti del Cremlino amavano ripetere sempre quando
parlavano della "indistruttibile amicizia dei popoli", appunto
sovietici. La esaltavano sempre, ripetutamente, ossessivamente. Al
punto che era diventato un rituale automatico. Così si finiva per
capire (lo straniero, perché i sovietici lo sapevano già a memoria) che
era sul dente che doleva che la lingua finiva sempre per battere. E
cioè che non c'era nessuna amicizia, e che, non appena tolto il guanto
di ferro che sorreggeva la finzione, quei popoli si sarebbero sbranati
tra di loro. Come fecero, dividendosi.
Ecco, il piccolo capo ha
fatto altrettanto, senza rendersi conto di imitare il Cremlino
comunista: ha ripetuto per ben tre volte, in un breve discorso, lo
stesso concetto, consistente nell'unica affermazione (ovviamente
bugiarda) secondo cui lo scopo della guerra sarebbe quello di "consentire al popolo libico di scegliere".
Scegliere cosa? Ma, ça va sans dire, è ovvio: quello che ha deciso la cosiddetta "comunità internazionale". Monumento a Orwell. Parafrasi del "comma 22".
Ogni volta il giro di frase era leggermente diverso, ma l'idea era
una sola. Quella di far pensare alla gente che ascoltava, che i fuochi
d'artificio che sono cominciati servono solo per illuminare il cammino
del popolo libico.
Verso dove? Questo è stato meno chiaro. Ma, con quella lingua di legno non poteva districarsi meglio.
La Libia, ex paese sovrano, diventerà una pompa di benzina per le grandi compagnie petrolifere occidentali.
Il picco del petrolio è stato già superato da tempo, ma con questi
chiari di luna giapponesi, con il nucleare che va a farsi benedire,
bisogna pur mettere qualche cosa nel serbatoio, finché si può.
L'unica
incognita è cosa ne penseranno di queste nuove bombe, e missili, e
navi, e aerei, che l'Occidente manda per illuminare il loro cammino, i
giovani con meno di trent'anni che stanno dando vita alla più grande
sollevazione popolare della storia araba di tutti i tempi.
< Prec. | Succ. > |
---|