di Giulietto Chiesa
Illustre Ministro degli Esteri,
Le scrissi, lo scorso anno, per perorare la causa di Kassim Britel,
cittadino italiano incarcerato nelle prigioni del Marocco e processato,
sotto accuse di terrorismo mai provate,
con un procedimento della cui correttezza vi sono mille ragioni per dubitare. In Italia Britel è stato processato e prosciolto, ed è dunque incensurato.
Da diversi anni Britel si trova in condizioni disumane, la sua salute si è aggravata. Non vi sono vie d'uscita "normali" senza un intervento politico dall'esterno.
Lei mi rispose, allora, che quanto era possibile fare era stato fatto dalla nostra rappresentanza diplomatica a Rabat. Tuttavia a me pare che il peso dell'Italia possa essere usato per indurre il governo del Marocco a cercare una soluzione.
Alla luce delle risultanze della Commissione Temporanea del Parlamento Europeo che indagò sui voli segreti della CIA in Europa, che evidenziarono gravi violazioni dei diritti umani in tutta la filiera di una caccia al terrorista condotta senza rispettare nessuna norma civile, emerse che, in molti casi, le accuse ai prigionieri - predisposte su indicazione dei servizi segreti statunitensi - si rivelarono infondate.
La condotta processuale contro Britel ha dimostrato che le accuse erano state prefabbricate dall'esterno. Non dovrebbe essere difficile fare presente queste circostanze se non ai giudici del Marocco, almeno al Ministro degli Esteri di quel paese.
La prego dunque vivamente, in nome dell'umanità e della giustizia, oltre che della dignità del nostro paese, di intervenire energicamente perchè Britel possa ritornare alla sua famiglia e in Italia, libero.
Distinti saluti
Giulietto Chiesa
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