COMUNICATO STAMPA
I familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili protestano
per le esternazioni giornalistiche e televisive con le quali si verte
a rendere merito a chi avrebbe per legge reso il regime detentivo
speciale di “41 bis” definito, ovvero non rinnovabile più per decreto.
Disposizione sicuramente valida, se la presa in giro e la beffa per i
nostri morti e i nostri invalidi, non fosse stata più che scandalosa. La legge infatti, sia pure resa definitiva, in buona sostanza dice che se a regime di “41 bis” dimostri di non aver contatti con l’esterno, con il mondo mafioso, puoi uscire dal regime carcerario duro e andare a carcere normale.
Infatti Cosimo Lo Nigro e Salvatore Benigno stragisti a Firenze il 27 Maggio 1993, sono oggi dopo solo 15 anni a carcere normale, perché non avevano più contatti con l’esterno.
La domanda è, ma come potevano i due soggetti detenuti a “41 bis” ad avere contattati mafiosi, se a quel regime speciale di carcere duro, erano stati condannati proprio perché non potessero più contattare nessuno vista la loro pericolosità?
Se è pur vero che in un momento di grande euforia le osanna ai nostri politici si possono anche sprecare, si eviti però di far passare per meriti ciò che per noi è stato motivo di grande rinnovamento del nostro dolore.
Abbiamo infatti visto colui che accese la miccia in via dei Georgofili, accedere a benefici carcerari, in merito ad una legge strombazzata in via definitiva, ma che ampiamente ha aggirato gli ostacoli per fare regali alla mafia nell’indifferenza totale.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
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