di Giovanna Maggiani Chelli - 15 marzo 2009
A causa della revoca del carcere duro a regime di “41 bis” , da parte
dei Tribunali di sorveglianza di varie Procure , ai mafiosi rei della
strage di via dei Georgofili, crediamo di aver patito una ingiustizia
gravissima.
Per questo con tutto il rispetto, domandiamo dove stava la “Costituzionalità dei profili” quando Cosimo Lo Nigro dopo solo 14 anni dalla strage di Firenze , eseguita per abolire il carcere duro, facendo finta di essere buono ,veniva passato da carcere di “41 bis” a carcere normale, aggirando così la condanna all’ergastolo e questo perché non avrebbe avuto più contatti con “cosa nostra.”
Intanto 1l “41 bis” è stato ideato proprio per far si che i mafiosi non abbiano più contatti con l’esterno e qui la norma stride da fare paura se pensiamo che per lo stesso motivo vengono passati a carcere normale.
Ci domandiamo inoltre quanto la Procura di Torino fosse in grado di valutare lo spessore mafioso di Cosimo Lo Nigro (così come le altre lo fossero per Salvatore Benigno, Gioacchino Calabrò e Giuseppe Barranca) , visto che è di ieri la notizia che il cugino di Cosimo Lo Nigro fino ad ieri l’altro era il reggente del mandamento di Brancaccio da dove è partita tutta l’operazione mafiosa stragista eversiva del 1993.
Non avevamo dubbi che le nuove norme in fatto di “41 bis” in discussione alla Camera,sarebbero state motivo di disaccordo, ma noi confidiamo che finalmente si arrivi a stabilire che il “41 bis” è indispensabile norma per la mafia stragista e ad occuparsene sia un organismo unico in grado di stabilire la pericolosità dei vari soggetti ,attraverso un monitoraggio costante, i quali vanno valutati non perché si tingono le zampette di bianco, ma perché collaborano con la giustizia.
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