di Silvia Cordella - 5 dicembre 2010
“E’ possibile che l’atteggiamento di apparente collaborazione di Massimo Ciancimino abbia la finalità di mascherare traffici illeciti, il riciclaggio?”. E’ una domanda che aleggia da qualche giorno nei corridoi della Procura di Reggio Calabria, dopo un’intercettazione in cui il figlio dell’ex sindaco di Palermo sarebbe stato ascoltato mentre discuteva con Girolamo Strangi...
...secondo quanto riportato da “Il Corriere della Sera” e “La Stampa”, indagato perché ritenuto dalla Dda reggina il “commercialista” che
seguirebbe gli affari a Verona e Milano della potente famiglia di
‘Ndrangheta dei Piromalli, della Piana di Gioia Tauro. I fatti
risalirebbero a due settimane fa. Ciancimino Jr. si sarebbe allontanato
da casa senza la scorta, avrebbe raggiunto la città veneta da solo in
macchina per dirigersi nello studio dello Strangi al quale avrebbe
chiesto di cambiare 100 mila euro in contanti in 70 mila in assegno.
“Quando mi senti in televisione tu fottitene”, avrebbe detto il giovane
Ciancimino al consulente prima di aprire il discorso sugli affari. I
due avrebbero parlato poi di un giro di fatturazioni e di un viaggio in
Francia dove il figlio dell’ex sindaco di Palermo si sarebbe dovuto
recare per recuperare il denaro. Ma che business sarebbe quello di
ricevere una somma minore rispetto a quella per cui si sarebbe
richiesto il cambio? Nessuno secondo gli investigatori ed è per questo
che la Procura di Reggio Calabria guidata da Giuseppe Pignatone avrebbe
pensato a un’operazione di riciclaggio, informando i colleghi di
Caltanissetta e Palermo che stanno ascoltando il figlio di don Vito
nell’ambito delle inchieste sulle stragi del ’92 e sulla Trattativa.
Massimo Ciancimino però si difende: “La questione riportata oggi sui
giornali – ha detto ad Antimafia Duemila - riguarda un rapporto di
lavoro con un commercialista che non sapevo fosse implicato in storie
di mafia”. “Certo – ha continuato - è strano che ci sia stata una fuga
di notizie proprio adesso ed è evidente che qualcuno miri a
delegittimarmi”. “Non è anomalo che con la pubblicazione di queste
indiscrezioni su un’indagine che mi avrebbe potuto incastrare
definitivamente con la consegna del denaro recapitato dalla Francia sia
stata bruciata?”. “In realtà – ha affermato ancora Ciancimino jr. – le
accuse che mi addebitano sono del tutto infondate”. E poi “non c’è
stato nessuno scambio di denaro, i soldi di cui si è parlato sono solo
quelli relativi al pagamento del lavoro effettuato, tutto qua”. Secondo
il figlio dell’ex sindaco di Palermo nessun riciclaggio dunque vi
sarebbe stato ma solo un rapporto lecito d’affari che porterebbe, se si
aprisse un fascicolo nei suoi confronti, a un nulla di fatto.