di Salvatore Borsellino - 20 settembre 2007
Milano. La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why
Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri
era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli,
combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di
combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto
essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la
mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole,
avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava
per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere
come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese
reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un
silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza,
possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri
esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva
proprieta'
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti
un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici,
minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia
quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza
chiassa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per
ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice
sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo
Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di
Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere
il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato
il suo stesso capo di governoapo di governo e lo stesso ministro.
Se la
decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM,
saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza
dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante
sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze
dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante
della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata
Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla
Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la
legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una
vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre
vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge
dello Stato
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