12 maggio 2008
Le polemiche che si sono
scatenate attorno alle dichiarazioni di Marco Travaglio sono
l’ennesima dimostrazione di come il nostro Paese non sia più
abituato a ricevere notizie, informazioni.
Il nostro cervello è
costantemente bombardato da opinioni distorte, confuse, false, date e
smentite, basate sul nulla e la gente viene letteralmente inebetita
da questo continuo blaterare rumoroso.
Quando un fatto irrompe nel
ronzio televisivo si scatena il putiferio, e non chiaramente per
contestare nel merito il contenuto delle informazioni che un
superstite giornalista è riuscito a comunicare, a sprezzo del
pericolo, ma perché si è permesso di dirle. Meno male che ci sei tu
Marco che ogni tanto dimostri agli italiani che non tutti siamo
diventati dei burattini che recitano la parte delle marionette che si
accapigliano. I nostri politici sono sempre più simili ai ragazzini
che si azzuffano senza il minimo rispetto nelle trasmissioni di Maria
De Filippi usati e strumentalizzati per indebolire il senso di
dignità che ogni essere umano fin da bambino dovrebbe acquisire e
accrescere e sul quale fanno presa la subcultura e la malapolitica. E
francamente non si sa più chi somiglia a chi.
Almeno per qualche minuto
l’Italia ha intravisto quel bagliore di se stessa, quello della
perduta intelligenza, ed è uscita per un istante dall’ipnosi
perpetrata violentemente sulle nostre menti.
Siamo con te, caro Marco
e con la libertà con cui svolgi il tuo lavoro.
La redazione di
ANTIMAFIADuemila