di Giorgio Bongiovanni
18 gennaio 2008
Questo pomeriggio il presidente della Regione Sicilia
Salvatore Cuffaro è stato condannato a cinque anni di reclusione per il reato di favoreggiamento personale ed è stato interdetto dai pubblici uffici. (L’interdizione è esecutiva dopo la sentenza di terzo grado pronunciata dalla Cassazione). Non avrebbe quindi favorito l’attività dell’organizzazione Cosa Nostra, ma singoli mafiosi. L’imputato ha ascoltato la lettura della sentenza in aula e alle numerosissime telecamere presenti ha dichiarato di sentirsi sollevato e di essere pronto a tornare al lavoro a partire da domani mattina. Solo in Sicilia e in Italia un Governatore con una condanna a 5 anni di reclusione per aver favorito personaggi in odor di mafia o mafiosi e interdetto dai pubblici uffici può dichiararsi sereno e sollevato e quindi decidere di non dimettersi dal suo incarico istituzionale. Questa è la dimostrazione dell’arroganza e della mafiosità tipica dei politici. Come vedete, cari lettori, il mondo qui e non solo qui, gira al contrario. Domani tutti i siciliani, quei 5 milioni che siamo, dovremmo scendere in piazza e ribellarci contro questo signor Cuffaro che per me non rappresenta né la Sicilia né niente. Lo farà la Sicilia? Credo proprio di no. Ogni popolo, fatta eccezione per i pochi dissidenti, si merita il suo re.
Giorgio Bongiovanni
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