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di Domenico Cilione
Prima parte
Scrivere di mafie non è facile, scrivo con i miei limiti, appassionato della tematica del riutilizzo sociale di beni confiscati alle che ho avuto modo di conoscere grazie a Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, presieduta da Don Luigi Ciotti .
Sulle origini della ‘ndrangheta si sono fatte molte ipotesi. Il nome
farebbe pensare ad un etimo greco. Il linguista Paolo Martino sostiene
che ‘ndrangheta, deriverebbe dal greco classico, quello parlato nella
zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria, e precisamente da
andragathos che significa uomo coraggioso, valente1. In molte zone del
reggino il verbo andragatizomai 2, significa assumere atteggiamenti
mafiosi, spavaldi, valorosi. Già nel periodo della Magna Grecia,
individui valenti e coraggiosi avevano dato vita alle cosiddette
hetairiai, associazioni di cittadini, in parte segrete, che non di rado
conseguivano i loro obiettivi con l’intimidazione e l’eliminazione
fisica degli avversari. In un documento cartografico risalente al 1595
si è scoperto che una vasta area del Regno di Napoli, comprendente
parti delle attuali regioni della Campania e della Basilicata, era nota
come Andragathia region, terra abitata da uomini valorosi. In Calabria
la ‘ndrangheta, o meglio un’organizzazione criminale con tratti simili
a quelli che oggi caratterizzano la mafia calabrese, ha cominciato a
farsi notare all’interno del processo che accompagna la formazione
dello stato unitario. Sono proprio l’onore e la vendetta ad ispirare la
leggenda che fa da sfondo alla ‘ndrangheta come mentalità e
comportamento individuale e poi come organizzazione criminale diretta a
praticare la violenza organizzata. Si narra che nel Seicento, su una
nave partita dalla Spagna si erano imbarcati tre nobili cavalieri
costretti a fuggire per aver lavato nel sangue l’onore di una sorella
sedotta. Sbarcati sull’Isola di Favignana, Osso, votandosi a San
Giorgio, decide di rimanere in Sicilia dove fonda la mafia, Mastrosso,
devoto alla Madonna, si trasferisce in Campania dove organizza la
Camorra, mentre Carcagnosso, con l’aiuto di San Michele Arcangelo,
punta sulla Calabria dove da vita alla ‘ndrangheta (non è quindi un
caso, se il 15 agosto 2007 nelle tasche di una delle vittime della
strage di Duisburg, viene trovato un santino bruciato, indicatore
inequivocabile di un recente rituale di affiliazione) . Nel caso della
‘ndrangheta calabrese il modello organizzativo dell’organizzazione
criminale ricalca quello delle società patriarcali, si tratta di una
organizzazione di tipo orizzontale basata su legami parentali a
differenza della mafia siciliana che ha una organizzazione di tipo
verticale , non è quindi un caso se nella ‘ndrangheta vi sono solo
pochi pentiti, proprio per questi legami parentali e patriarcali
all’interno dell’organizzazione criminale. 3La famiglia, detta anche
‘ndrina o cosca, è la cellula primaria della ‘ndrangheta. Essa è
formata dalla famiglia naturale del capo-bastone, alla quale se ne
aggregano altre, non di rado sempre con qualche grado di parentela,
formando così il locale, cioè una entità territoriale di almeno 49
affiliati, quasi sempre coincidente ad un ambito territoriale locale
quale un quartiere o una zona di una città. Ogni locale, è diretto da
una terna di ‘ndranghetisti” detta “copiata”, quasi sempre
rappresentata dal capo- bastone, dal contabile e dal capo crimine. La
copiata deve essere dichiarata ogni qualvolta un affiliato si presenta
in un locale diverso da quello di appartenenza oppure qualora venga
richiesta da un affiliato gerarchicamente superiore. Il contabile,
oltre alle finanze e alla divisione dei proventi, si occupa della c.d.
baciletta, cioè della cassa comune dove affluiscono i proventi
dell’attività criminale, mentre il capo crimine è responsabile della
pianificazione e dell’esecuzione di tutte le azioni delittuose. Sia il
contabile che il capo crimine devono sempre agire ottemperando alla
disposizioni del capo-bastone. Ogni capo-bastone ha potere di vita e di
morte sui suoi uomini ed ha diritto all’obbedienza assoluta. Ma la
‘ndrangheta così come tutte le mafie in una sorta di contraddizione che
coglie i suoi aspetti nell’arretratezza culturale e nell’arcaicità, si
è globalizzata, abbandonando i sequestri di persona per controllare i
traffici mondiali di sostanze stupefacenti, investendo nella sanità,
nel traffico dei rifiuti, nella grande distribuzione commerciale,
acquistando un ruolo imprenditoriale e quindi anche soggettività
politica. Una nuova dimensione del fenomeno che si è modellato sulle
pieghe della società, non solo calabrese ma anche e soprattutto
moderna. Un nuovo soggetto criminale moderno con una nuova borghesia
mafiosa, inserita nei salotti buoni della società e dell’economia
mondiale. 4 Ammonta a quasi 44 miliardi di euro il giro d’affari della
‘ndrangheta stimato dall’ Eurispes per il 2007. Un fatturato fuorilegge
pari al 2,9% del Prodotto Interno Lordo italiano, attestato per il 2007
a 1.535 miliardi di euro. La società con il più grosso giro d’affari
del mondo! Un dato quello del fatturato che risulta ancora più
allarmante se messo a confronto con il PIL di alcuni paesi europei: il
giro d’affari della ndrangheta holding è ad esempio equivalente alla
somma della ricchezza nazionale prodotta da Estonia ( 13,2 miliardi di
euro) e Slovenia. Il settore più remunerativo si conferma quello del
traffico di droga che determina introiti per 27.240 milioni di euro
Una vera e propria holding del crimine come una società che detiene la
maggioranza delle azioni di tante altre aziende satelliti, un ruolo di
primo piano assunto nell’ambito del mercato del traffico internazionale
di stupefacenti. A completare il paniere criminale, i roventi illeciti
derivanti dal mercato dell’estorsione e dell’usura con 5.017 milioni di
euro; il traffico di armi con 2.938 milioni di euro ed il mercato della
prostituzione con 2.867 milioni di euro, una vera e propria Holding del
crimine.
1 P..Martino, Storia della parola ‘ ndrangheta, in AA.VV, Le ragioni della mafia, Jaca Book, Milano , 1983. p.124
2 Il verbo andragatizomai- atteggiarsi a uomo valoroso- è
stato usato anche da Tucidide, Aristotele, Diodoro Siculo, Plutarco e
Polibio
3 Da Fratelli di sangue di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri- Pellegrini Editore 2006
4 I dati del giro d’affari della ‘ndrangheta sono tratti dal Dossier ‘Ndrangheta Holding pubblicato da Eurispes anno 2008