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Ragazze Pon Pon con gli occhi a mandorla |
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di Antonella Randazzo - 3 agosto
2008
In Cina è stata avviata una
grandiosa propaganda sul modello americano in occasione delle prossime
olimpiadi.
Nei filmati dei cinque registi
scelti per propagandare l'evento appaiono ragazze pon pon, bambini che
ridono, amici che si ritrovano dopo tanto tempo, palloncini che volano,
ragazze e bambine che ballano, e gente di ogni età che sorride felice.
Le autorità cinesi hanno visto
l'assegnazione dei Giochi olimpici come un'occasione da non perdere
per offrire l'immagine di una presunta Nuova Cina, ricca, moderna e
potente, senza però svelare i retroscena assai più inquietanti della
realtà cinese.
Ormai da tempo molti cinesi del ceto alto e medio stanno facendo propri gli stessi criteri delle persone occidentali. Nel modello propagandato dalle autorità occidentali c'è il ricco e il povero, c'è il bello che diventa "Vip" e il brutto che rimane persona "comune" (a meno che non sia parente di persone importanti). All'interno di questo sistema si ambisce alla ricchezza e si diventa sempre più insensibili alla sofferenza umana. In Cina oggi molti giovani sognano di diventare modelli, attori, e di avere ricchezza e popolarità. Molti accettano cinicamente un assetto fondato sull'ingiustizia e sulla sopraffazione, impegnati ad inseguire le "opportunità di successo" o la "popolarità".
Come in Occidente, le autorità cinesi impongono un sistema in cui non conta il benessere dei cittadini ma il prestigio nazionale, non contano l'uguaglianza e la giustizia, ma il potere di alcuni, non conta la sofferenza della maggioranza, ma la ricchezza della minoranza.
Ovviamente, nella propaganda dei Giochi olimpici non appaiono le migliaia di persone che hanno perso la casa a causa dei lavori per gli stadi, o gli operai che hanno lavorato per tante ore al giorno in cambio di salari da fame, o addirittura in cambio di nulla.
Molti lavoratori cinesi si
sono recati a Pechino per lavorare alle opere olimpiche, ricevendo stipendi
da fame, e in certi casi non hanno ricevuto alcuno stipendio. Infatti,
dato che in Cina non esiste di fatto alcuna tutela del lavoratore, alcune
ditte posticipano i salari e dopo alcuni mesi si rifiutano di pagare.
Scrive “Asianews”: “Da anni in Cina i migranti non sono pagati
dai datori di lavoro, specie nel settore edile nel quale le imprese,
finita l'opera, semplicemente spariscono… Un migrante del Jiangsu
si è dato fuoco sulla piazza Tienanmen per protestare contro il governo
e i capi della sua ditta, che non gli pagano il salario… Quello dei
lavoratori non pagati è una delle piaghe più grosse della Cina di
oggi. Secondo uno studio dell'università Renmin di Pechino, oltre il
90 % dei lavoratori migranti in Cina (almeno 150 milioni) non ha contratto
e non riceve la paga in modo regolare. Anche se le direttive del governo
impongono di pagare i lavoratori ogni mese, molti datori di lavoro falsificano
le ricevute e non danno alcun salario, col pretesto di saldare ogni
6 mesi. Una volta che hanno in mano le ricevute finte, si rifiutano
di pagare, senza alcuna possibilità per i dipendenti di avere giustizia.
Alcuni lavoratori hanno fatto ricorso alla violenza ed hanno aggredito
i datori di lavoro che non li pagavano, ma molti altri hanno deciso
di portare l'attenzione sulla loro situazione suicidandosi”.(1)
Molte società straniere (specie
statunitensi) fanno in Cina tutto quello che vogliono, e se qualche
sindacato solleva obiezioni esse protestano dicendo che i sindacati
sarebbero “un'emanazione del Partito comunista” perché in Cina
non possono esserci sindacati liberi. In altre parole, fanno appello
al sistema dittatoriale per giustificare ogni comportamento. Il paradosso
è che i media occidentali disprezzano le caratteristiche dittatoriali
del regime cinese senza però dire quanto esso è favorevole agli interessi
di molte corporation occidentali.
Gli attivisti per i diritti umani, in occasione dei Giochi olimpici di Pechino, hanno fatto appello all'Occidente, ricordando che le promesse di migliorare la situazione dei diritti umani non sono state mantenute. L'associazione Chinese Human Rigths Defenders ha inviato una lettera aperta al presidente Usa George W. Bush e a quello francese Nicolas Sarkozy, firmata da moltissimi cinesi. La lettera dice:
“Il governo cinese non ha
mantenuto le promesse fatte al Comitato olimpico internazionale, quando
ha chiesto l'assegnazione dei Giochi, di migliorare il rispetto dei
diritti umani in Cina”. E riporta chiaramente una serie di crimini
commessi dalle autorità cinesi: “la cacciata coatta della gente dalle
abitazioni per realizzare le opere olimpiche, la mancanza di tutela
per i lavoratori migranti, le persecuzioni contro attivisti per i diritti
e dissidenti, la mancanza di libertà di espressione e riunione, la
censura sui media, le persecuzioni per ragioni religiose”.(2)
Moltissimi cinesi hanno sollevato molte critiche contro le autorità, perché ritengono insensato e crudele organizzare in grande stile le Olimpiadi mentre milioni di persone vivono in estrema povertà o con situazioni lavorative tremende. Secondo queste persone sarebbe stato più “umano” e saggio investire i miliardi di euro, anziché per allestire le scene olimpiche, per combattere la povertà e l'analfabetismo.
Secondo un'inchiesta condotta da “AsiaNews”, molte persone delle grandi città come Pechino, Shanghai e Tianjin, e di diverse regioni quali Guangdong, Jiangsu, Shandong, Sichuan, Ningxia, Hubei, hanno espresso dolore e preoccupazione per l'assegnazione delle Olimpiadi alla città di Pechino. Un cittadino di Shanghai ha scritto:
“La notte in cui Pechino
ha vinto la candidatura a ospitare i Giochi olimpici io ho pianto. Ho
pianto per la mia nazione e il mio popolo. I poveri della Cina non riescono
nemmeno a nutrirsi, e devono ospitare le Olimpiadi. Il governo allora
ha pensato di essere intelligente, ma in realtà è stato stupido. L'unica
nazione che ha tratto profitto dalle Olimpiadi è stata l'America (gli
Stati Uniti - ndr). Molte altre nazioni non sono nemmeno riuscite a
pagare i loro debiti in 20 o 30 anni. Alle ultime Olimpiadi, la Grecia
ha perduto 1 miliardo di dollari. I cinesi soffrono già tanto per la
povertà. Ora con le Olimpiadi, questa situazione peggiorerà. Non riesco
a capire come la gente voglia celebrare. Come si fa a ignorare che stiamo
soltanto esibendo il nostro orgoglio? Si dice che Pechino ha progettato
di spendere 80 miliardi di Rmb (renminbi - la valuta emessa dalla Repubblica
Popolare Cinese) solo per le costruzioni olimpioniche. Immaginate: con
quella somma centinaia di migliaia di bambini potrebbero andare a scuola,
molte persone non sarebbero più povere e gli operai disoccupati potrebbero
trovare lavoro. I Giochi Olimpici dureranno solo un po' più di 10 giorni.
Era proprio necessario sprecare così tanti soldi? Che cosa faremo con
quegli stadi in futuro? Quanti soldi dovremo sprecare ancora solo per
mantenerli? Sarà solo un'occasione per i membri corrotti del governo
i essere ancora più corrotti. Queste superbe costruzioni sportive non
ci portano alcun bene. Sono solo un altro modo di sprecare i soldi delle
nostre tasse”.(3)
Secondo il dissidente cinese
Bao Tong, le autorità cinesi vogliono utilizzare le Olimpiadi per mostrare
al mondo un volto migliore di quello reale. Egli scrive:
“L'unico scopo è dimostrare
il [nostro] splendore, facendo tutto il possibile, senza badare alle
spese in risorse umane o economiche. Di certo, questo splendore non
è per nulla quello delle Madri di Tienanmen[1], o di coloro che consegnano
petizioni per chiedere giustizia, o quello dei lavoratori migranti…
Lo splendore che si vuole dimostrare è quello della stabilità che
ha schiacciato tutto, da cui sono emerse la grandezza e l'armonia attuali.
Tutti devono capire che questo è il risultato del massacro. Senza massacro,
non ci sarebbe stato l'innalzamento [del Paese], senza massacro non
ci sarebbe stata l'armonia attuale. Ospitare le Olimpiadi è la legittimazione
che il sistema di leadership con caratteristiche cinesi è il migliore,
testimoniato anche dalla pratica. Stranieri: glorificateci! Patrioti:
siate orgogliosi! Se penso a questo, il sangue mi bolle nelle vene.
Come si può definire questa una “psicologia normale”?(4)
In Cina, dopo la rivoluzione di Mao, le autorità cercarono di persuadere tutti i cinesi che in Cina aveva trionfato il "marxismo", e che dunque dovevano conformarsi al nuovo sistema. Ogni persona che rivendicasse la libertà diventava nemica del popolo, oppure veniva marchiata con l'etichetta infamante di “imperialista” o “revisionista". Di tanto in tanto si ebbero durissime repressioni che costarono la vita a milioni di persone.
Dal 1978, la Cina iniziò ad aprire la strada al capitale e alle imprese private. Nel 1980 nacquero molte società con capitali stranieri, che godevano di diversi privilegi fiscali. I cambiamenti dell'economia cinese non furono accompagnati a cambiamenti in senso democratico, al contrario, il 4 dicembre del 1982, venne approvata una nuova costituzione, che riaffermava il potere totale del Partito Comunista sullo Stato e sulla società.
Nel 1989, molti studenti cinesi
si riunirono per discutere le possibilità di migliorare la situazione
politica e sociale del paese. La realtà era vista ancora all'interno
di uno schema socialista, ma venivano sollevate critiche contro i vertici
del Partito.
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